Mille volte, davanti
un altare,
sommesso,
sussurrai la mia
preghiera.
Ogni notte, sotto le
coltri,
bisbigliando il Suo
nome
ho atteso il sonno.
Nel chiuso della mia
stanza,
O tra la folla,
invano la mia voce Lo
invocò.
Andai alla deriva in
balia del vento,
quando un bagliore
la mia notte illuminò.
Intesi allora intero
lo spessore
del mio delirio
assurdo, irriverente,
e tacqui assorto a
lungo, finalmente.
Or che non chiedo più,
ora che ascolto,
voglio quel che Lui
vuole
e ciò m’appaga:
nulla m’occorre più
che già non dia.
Aprile 1999