Svettano tra i primi
poche rarità,
quelli che, ricchi d’oro
e di morale,
amano l’uomo e per ciò
son felici
.
Segue, oltre a questo,
altro più vasto insieme,
trabocca la lor borsa di
denaro.
Eppur non sono lieti,
anzi sono angosciati
perché perennemente alla
ricerca
di qualcosa che sazi la
lor brama.
Arido il cuore e
d’egoismo invaso,
restano sempre vuoti e
son digiuni
.
C’è un altro vasto
gruppo dietro a loro.
Non hanno niente in
mano,
però son ricchi dentro e
son contenti.
Or lieve, ora robusto,
sempre puntuale
sono il motore
dell’umanità
.
S’ode ora in coda al
gregge una canea:
è la più vasta schiera
del corteo.
Vestono cenci ed han
misero il cuore.
Son la zavorra del
genere umano
.
E’ infelice
la maggior parte
dell’umanità
non tanto per la
veste miseranda
quanto perché non sa
né vuol mondare
l’animo lercio che si
tiene in cuore .
Gennaio 1984