CAPO D'O.: M.MICALE CONTRO SINDONI, BARRICATO E
DENUNCIATO (NEWS)
Barricato e denunciato.
Incredibile svolta nella vicenda che
vede come protagonista il noto commerciante di legname MAURIZIO MICALE,
di Capo d'Orlando, che si è opposto a un decreto di demolizione
firmato dal sindaco ENZO SINDONI in una ex-segheria in disuso, posta
sul lungomare Andrea Doria, della quale il MICALE ne rivendica il
diritto essendo stata di proprietà della famiglia sin dal 1946 e
adesso di competenza neanche del Comune ma della Regione Siciliana.
La
ruspa inviata da Palazzo Europa non ha potuto effettuare l'intervento
ma il MICALE, per avere disatteso il provvedimento del primo
cittadino, è stato denunciato dalla polizia e dai vigili urbani.
Si
annuncia una dura battaglia legale.
MAURIZIO MICALE (nella foto tratta
dal sito "antennadelmediterraneo.it" insieme al figlio TULLIO)
balzò agli onori della cronaca nell'autunno del 1993 quando denunciò il
commercialista BIAGIO PAPARONE per usura...
Clamorosa protesta di un noto commerciante di legname
di Capo d'Orlando, MAURIZIO MICALE, balzato agli onori della cronaca
nell'autunno del 1993 per avere avuto il coraggio di denunciare il
commercialista BIAGIO PAPARONE, accusato di usura e per questo
condannato con sentenza passata in giudicato della Corte di
Cassazione.
L'uomo ieri si è barricato all'interno di un vecchio edificio
ubicato al centro del lungomare Andrea Doria per impedirne la
demolizione.
MICALE ha motivato la sua protesta in quanto rivendica
la proprietà di un'antica struttura un tempo adibita a falegnameria
e oggetto di una ordinanza di demolizione firmata dal sindaco ENZO
SINDONI qualche giorno fa.
Il
provvedimento del primo cittadino è stato giustificato dal pericolo
per la pubblica incolumità, visto che sarebbero stati accertati da
parte dell’Ufficio tecnico cedimenti dei muri perimetrali dopo il
sopralluogo compiuto dal Capo dell'Area Tecnica, ingegnere MICHELE
GATTO.
Alla fine di maggio è stata notificata l’intimazione per l’immediata
messa in sicurezza dell’edificio entro cinque giorni. Interventi che
MICALE sostiene di avere effettuato con tanto di perizia
sottoscritta da un tecnico, comprese prove antisismiche ma che non
sono bastate a fermare l’invio della ruspa da Palazzo Europa che si
è puntualmente presentata sul posto.
Nello specifico MICALE
rivendica la proprietà della struttura che la sua famiglia ha
gestito sin dal 1946 prima come pastificio e poi come segheria.
Al momento l'uomo ha intrapreso un’azione legale nei confronti della
Regione siciliana, proprietaria del terreno su cui insiste il
fabbricato e l’ordinanza di demolizione sarebbe stata notificata
proprio a Palazzo d'Orlèans.
L’arrivo
della ruspa che doveva avviare l’intervento di demolizione ha
scatenato la protesta del commerciante che si è barricato dentro la
vecchia segheria.
I vigili urbani, al comando della dottoressa MARIA
TERESA CASTANO e gli agenti del locale commissariato di polizia,
sotto la guida del dirigente MARCELLO CASTELLO, hanno denunciato a
piede libero il MICALE con l'accusa di essersi opposto ad un
provvedimento del sindaco nella qualità di ufficiale di governo ma
la ruspa è ugualmente rimasta ferma.
Il
commerciante ha dichiarato di avere dato mandato al suo legale di
fiducia, avvocato FRANCESCO PIZZUTO, per tutelare i propri legittimi
interessi.
La vicenda appare pertanto tutt’altro che conclusa con la
protesta all’interno dello stabile in disuso e si annuncia una dura
e lunga battaglia legale.
CAPO D'ORLANDO- MAURIZIO MICALE
BARRICATO NELLA SUA EX FALEGNAMERIA
Fino ad ieri sera era ancora
barricato nella sua ex falegnameria, ormai un rudere, Maurizio Micale l’imprenditore orlandino di 56 anni che per evitare
l’abbattimento del plesso vi si era chiuso dentro.
A nulla erano
valse le argomentazioni dei Vigili urbani che avevano preceduto una
ruspa, il cui operatore, su ordinanza del primo cittadino Enzo
Sindoni, avrebbe dovuto demolire il rudere.
Le condizioni del plesso, secondo i
tecnici comunali, rappresentano pericolo per l’incolumità pubblica e
da qui, prima l’ordine di messa in sicurezza del fabbricato e poi
l’ordine di demolizione.
Non la pensa così invece Maurizio Micale
che, con tanto di perizia giurata del suo tecnico, ieri ha
presentato ricorso urgente agli organi preposti chiedendo la
sospensione dell’ordinanza sindacale.
L’imprenditore, la cui famiglia dal
1947 gestiva nel plesso un deposito di legname, chiuso una decina di
anni fa, nel 2005 ha avviato un procedimento di usucapione nei
confronti della Regione Siciliana facendosi forte della disponibilità
decennale dell’immobile che a suo dire sarebbe usucapibile perché
appartenente al patrimonio pubblico disponibile.
Intanto i marciapiedi
che delimitano i tre muri perimetrali del fabbricato, sono stati
transennati per motivi di sicurezza.
CAPO D'O.: LA PROTESTA DI MICALE AVANTI DA 8
GIORNI, EVITATA LA RUSPA (NEWS)
Sono passati otto giorni e continua, 24 ore su 24,
l'occupazione da parte dell'ex-commerciante di legname di Capo
d'Orlando MAURIZIO MICALE dello stabile in disuso ubicato sul
lungomare Andrea Doria per evitare che la ruspa, su ordine del Comune,
demolisca l'edificio, un tempo prima pastificio e poi segheria della
stessa famiglia MICALE, proprietaria delle mura mentre il resto del
fabbricato appartiene alla Regione Siciliana.
L'Ufficio tecnico di
Palazzo Europa sostiene la pericolosità dell'edificio, la perizia
dell'ingegnere SALVATORE SANSIVERINO che assiste il MICALE, dice il
contrario.
Per l'intanto MAURIZIO MICALE, con i figli TULLIO (entrambi
nella foto) e ALESSIO continua a darsi il cambio della guardia e non
molla lo stabile "occupato" per un solo minuto di una intera giornata.
Sino a quando andrà avanti questo autentico braccio di ferro?...
E' arrivata alla prima settimana e non ha per nulla l'intenzione di
fermarsi la clamorosa protesta di un noto ex-commerciante di legname
di Capo d'Orlando, MAURIZIO MICALE, da ormai otto
giorni barricato all'interno di un vecchio edificio ubicato al
centro del lungomare Andrea Doria per impedirne la demolizione.
MICALE
ha motivato la sua protesta in quanto rivendica la proprietà di
un'antica struttura un tempo adibita a falegnameria e oggetto di una
ordinanza di demolizione firmata dal sindaco ENZO SINDONI che aveva
inviato una ruspa per la demolizione giovedì 7 giugno scorso.
Il provvedimento del primo cittadino è
stato giustificato dal pericolo per la pubblica incolumità, visto
che sarebbero stati accertati da parte dell’Ufficio tecnico
cedimenti dei muri perimetrali dopo il sopralluogo compiuto dal Capo
dell'Area Tecnica, ingegnere MICHELE GATTO.
Alla fine di maggio era stata notificata l’intimazione per
l’immediata messa in sicurezza dell’edificio entro cinque giorni.
Interventi che MICALE sostiene di avere effettuato con tanto di
perizia sottoscritta da un tecnico, l'ingegnere SALVATORE
SANSIVERINO, comprese prove antisismiche ma che non sono bastate a
fermare l’invio della ruspa da Palazzo Europa che si era
puntualmente presentata sul posto otto giorni fa.
Nello specifico MICALE rivendica la proprietà della struttura che la
sua famiglia ha gestito sin dal 1947 prima come pastificio e poi
come segheria.
Al momento l'uomo ha intrapreso un’azione legale nei confronti della
Regione siciliana, proprietaria del terreno su cui insiste il
fabbricato e l’ordinanza di demolizione sarebbe stata notificata
proprio a Palazzo d'Orlèans.
Quando
iniziò la protesta i vigili urbani, intervenuti al comando della
dottoressa MARIA TERESA CASTANO e gli agenti del
locale commissariato di polizia, sotto la guida del dirigente
MARCELLO CASTELLO, denunciarono a piede libero il MICALE con
l'accusa di essersi opposto ad un provvedimento del sindaco nella
qualità di ufficiale di governo ma la ruspa rimase ugualmente ferma.
Il
commerciante ha dichiarato di avere dato mandato al suo legale di
fiducia, avvocato FRANCESCO PIZZUTO, per tutelare i propri legittimi
interessi.
La vicenda appare pertanto tutt’altro che conclusa con la
protesta all’interno dello stabile in disuso e si annuncia una dura
e lunga battaglia legale.
Per il momento MAURIZIO MICALE
continua a stare dentro lo stabile, tanto da avere realizzato una
tenda la notte e, quando torna a casa per lavarsi, mangiare o
cambiarsi, il turno di "sorveglianza" viene svolto dai figli ALESSIO e TULLIO.
Giuseppe Lazzaro
Edited by, venerdì 15 giugno 2007, ore 14,54.
CAPO D'ORLANDO - MAURIZIO MICALE ABBANDONA IL FABBRICATO
DOPO LA REVOCA DELL'ORDINANZA ABBATTIMENTO
Il sindaco di Capo d’Orlando, revoca l’ordinanza sindacale con la quale ordinava la demolizione di un rudere , a rischio crollo e l’imprenditore Maurizio Micale, che lo occupava da quasi quindici giorni per evitare il suo abbattimento abbandona il fabbricato.
Ma ad indurre il primo cittadino di Capo d’Orlando Enzo Sindoni a revocare l’ordinanza non è stato l’azione dell’imprenditore paladino la cui famiglia dal 1947 ne ha il possesso ed ora Lui ne reclama la proprietà bensì la Regione Siciliana, proprietaria dell’immobile.
La Presidenza della Regione infatti ,alla richiesta del sindaco di mettere in sicurezza l’immobile di via Andrea Doria, angolo via delle Filande, ritenuto dai tecnici comunali non solo a rischio crollo ma anche pericoloso per l’igiene pubblica, pur se tardivamente rispetto alla richiesta di palazzo Europa, ha fatto sapere di aver autorizzato l’ingegnere Capo dell’Ufficio del Genio Civile di Messina ad eseguire gli interventi di somma urgenza ritenuti necessari ed indifferibili per la salvaguardia della pubblica e privata incolumità.
Così lunedì mattina un tecnico del Genio si è recato in loco per una ricognizione e molto probabilmente già in settimana l’Ente tecnico statale interverrà.
Non si sa se la scelta sarà quella di mettere in sicurezza il rudere od addirittura di demolirlo.
Scelta questa che si scontrerebbe nuovamente con gli interessi di Maurizio Micale, l’imprenditore del settore del legname di 56 anni che ne detiene il possesso, tanto da possederne anche le chiavi d’entrata.
Sino ad una decina di anni fa il fabbricato ospitava il deposito di legnami della famiglia Micale poi l’attività fu chiusa ed anche lo stabile andò in degrado; ora sono rimasti solo le mura esterne e quelli divisori interni .
Due anni fa Micale avviò un’azione di usucapione nei confronti della Regione siciliana.
Anche Micale , prima della occupazione, evidenziò al Comune paladino la sua figura di pretendente alla proprietà del fabbricato e contemporaneamente, con una relazione di un ingegnere del luogo , di aver messo in sicurezza il rudere.
Tutto inutile poiché operai e ruspa si presentarono lo stesso sul lungomare pronti ad abbattere il manufatto. Solo l’azione imprevista dell’imprenditore costrinse la squadra di operai a desistere.
Durante l’occupazione, Micale temendo l’arrivo della ruspa, ha dormito all’interno del rudere, sistemato in un sacco a pelo, chiedendo nel contempo al Tar l’annullamento dell’ordinanza sindacale.
CAPO D'O.: EX-SEGHERIA, MICALE SOSPENDE PROTESTA
MA C'E' IL TAR (NEWS)
E' durata dodici giorni la protesta del già
commerciante di legname di Capo d'Orlando MAURIZIO MICALE che, per
protestare contro una ordinanza di demolizione firmata dal sindaco ENZO
SINDONI, ha occupato i locali della ex-segheria che sorge sul lungomare
Andrea Doria di proprietà demaniale ma le cui mura, sin dal 1947,
appartengono alla famiglia MICALE.
Il primo cittadino ha revocato l'ordinanza di
demolizione ma adesso la prossima tappa è in programma davanti al Tar di
Catania.
Nella foto, davanti al fabbricato, MAURIZIO
MICALE con il figlio TULLIO che ha "sorvegliato" la ex-falegnameria
alternandosi con l'altro fratello ALESSIO...
Dopo dodici giorni di barricate si è conclusa,
ma solo per il momento, la clamorosa protesta del già commerciante di
legname di Capo d'Orlando MAURIZIO MICALE.
A turno con i figli ALESSIO e TULLIO, l'uomo, sposato con una docente
sorella dell'ex-assessore e consigliere comunale, prof. FERNANDO BISCUSO, ha
deciso di lasciare la ex-falegnameria che fu della famiglia e minacciata di
essere abbattuta dalle ruspe.
Il fabbricato, che si trova al centro del lungomare di via Andrea Doria,
appartiene territorialmente al Demanio ma le mura sono di proprietà, sin dal
1947, dei MICALE che lì fondarono una delle più antiche e leggendarie
segherie siciliane amorevolmente portata avanti anche dal signor MAURIZIO
successivamente.
Il fabbricato, in decadenza e malridotto,
secondo il Comune di Capo d'Orlando è a rischio crollo e per questo, dopo la
relazione in merito presentata dall'ingegnere MICHELE GATTO, capo
dell'Ufficio Tecnico comunale, il sindaco ENZO SINDONI decise l'abbattimento
della struttura.
Si era nel primo pomeriggio dell'8 giugno
scorso, la ruspa era pronta per entrare in azione quando MAURIZIO MICALE,
con grande coraggio, decise di rinchiudersi dentro non permettendo al mezzo
di operare e di occupare lo stabile presentando una perizia contraria,
redatta dall'ingegnere SALVATORE SANSIVERINO, secondo la quale la
ex-falegnameria non era a rischio crollo.
Nel contempo, sotto il controllo della polizia del locale commissariato, i
vigili urbani denunciarono MICALE per non avere ottemperato ad un ordine del
sindaco ma l'ex-commerciante ha risposto con una controdenuncia presentata
dal suo legale di fiducia, avvocato SALVATORE PIZZUTO.
Per dodici giorni MAURIZIO MICALE, che aveva pure innalzato una tenda
all'interno, ha vegliato sulla struttura alternandosi con i figli per 24 ore
su 24.
Adesso il sindaco SINDONI ha firmato la revoca dell'ordinanza di demolizione
spiccata l'8 giugno, MICALE ha lasciato la ex-segheria che, almeno per il
momento, resta in piedi ma la vicenda non è affatto finita.
MAURIZIO MICALE vuole che quelle mura restino
di proprietà della sua famiglia e che, magari, chi di competenza riporti
alla luce l'antica segheria quantomeno con un intervento di ricostruzione.
Per questo ha deciso di rivolgersi al Tar di Catania e si attende la
decisione.
Giuseppe Lazzaro
Edited by, sabato 23 giugno 2007, ore 15,08.
da
CAPO D'O.: VICENDA IMMOBILE-MICALE, TAR SOSPENDE
ORDINANZA (NEWS)
Accogliendo il ricorso presentato
dall'avvocato FRANCESCO PIZZUTO, il Tar di Catania ha sospeso l'ordinanza,
firmata il 7 giugno scorso dal sindaco di Capo d'Orlando ENZO SINDONI, che
imponeva di demolire il fabbricato dove sorgeva l'antica falegnameria della
famiglia MICALE sul lungomare Andrea Doria. La clamorosa protesta, durata
dodici giorni, del già commerciante di legname di Capo d'Orlando MAURIZIO
MICALE, che aveva occupato i locali della proprietà demaniale ma le cui mura
sono della famiglia, era rientrata pochi giorni fa quando il primo
cittadino aveva revocato l'ordinanza. Nella foto, davanti al fabbricato,
MAURIZIO MICALE con il figlio TULLIO che ha "sorvegliato" la ex-falegnameria
alternandosi con l'altro fratello ALESSIO...
Il Tar di Catania, con ordinanza presidenziale
urgente, accogliendo il ricorso presentato dall'avvocato FRANCESCO PIZZUTO
nell'interesse del già commerciante di legname di Capo d'Orlando MAURIZIO
MICALE, ha sospeso l'ordinanza numero 74 firmata dal sindaco ENZO SINDONI
con la quale si imponeva ad un ruspa di demolire il fabbricato dove sorgeva
la vecchia segheria della famiglia MICALE sul lungomare Andrea Doria.
Dopo
dodici giorni di barricate, comunque, si era conclusa il 20 giugno scorso la
clamorosa protesta di MAURIZIO MICALE che, a turno con i figli ALESSIO e
TULLIO, aveva occupato la ex-falegnameria che fu della famiglia e minacciata
di essere abbattuta.
Il fabbricato, che si trova al centro del lungomare,
appartiene territorialmente al Demanio ma le mura sono di proprietà, sin dal
1947, dei MICALE che lì fondarono una delle più antiche e leggendarie
segherie siciliane amorevolmente portata avanti anche dal signor MAURIZIO
successivamente.
Il fabbricato, in decadenza
e malridotto, secondo il Comune di Capo d'Orlando è a rischio crollo e per
questo, dopo la relazione in merito presentata dall'ingegnere MICHELE GATTO,
capo dell'Ufficio Tecnico comunale, il sindaco ENZO SINDONI decise
l'abbattimento della struttura.
Si era nel primo pomeriggio
dell'8 giugno scorso quando bisognava dare esecutività all'ordinanza, la
ruspa era pronta per entrare in azione quando MAURIZIO MICALE, con grande
coraggio, decise di rinchiudersi dentro non permettendo al mezzo di operare
e di occupare lo stabile presentando una perizia contraria, redatta
dall'ingegnere SALVATORE SANSIVERINO, secondo la quale la ex-falegnameria
non era a rischio crollo.
Per dodici giorni MAURIZIO MICALE, che aveva pure innalzato
una tenda all'interno, ha vegliato sulla struttura alternandosi con i figli
per 24 ore su 24.
Poi, il 20 giugno, il sindaco SINDONI ha firmato la
revoca dell'ordinanza di demolizione, MICALE ha lasciato la ex-segheria e
adesso ha vinto il primo atto davanti al Tar.
La prossima
tappa di una "querelle" giudiziaria che si annuncia lunga ed ingarbugliata
potrà essere adesso vissuta davanti al Cga (Consiglio di Giustizia
Amministrativo) di Palermo sempre se il Comune di Capo d'Orlando opporrà
ricorso alla sentenza del Tar
g.l.
Edited by, martedì 26 giugno 2007, ore 15,01.
pagina in allestimento
a presto
se il Buon Giorno .... si vede dal mattino ... ciao!